Perché Memoria in scena? Perché pensiamo che far rivivere le opere composte ed eseguite dagli internati nei campi di concentramento sia un modo di condividere, ancora oggi, un potente messaggio di speranza.
Perché l’arte è un codice universale che abbatte barriere culturali e linguistiche e spesso consente, come avvenne nei campi di internamento, la comunicazione tra comunità e gruppi di donne e uomini di diverse origini, religioni, culture.
Perché gli internati nei campi, attraverso le opere che hanno creato, hanno affermato le proprie individualità – artistiche, scientifiche, letterarie – sottraendosi al terrificante obiettivo di regimi che intendevano ridurli a numeri privi di umanità.
Perché è un modo per rendere omaggio alla forza d’animo, alla creatività e al coraggio di chi – anche in quella situazione – riuscì a mantenere intatti la dignità, il desiderio di cultura e la forza del sogno.
BrainCircleItalia, in collaborazione con Musadoc, si occupa da quattro anni di realizzare gli eventi inaugurali per il Giorno della Memoria, sotto l’egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dell’UCEI-Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Nell’ottica di ricordare la tragedia della Shoah in modo non retorico, coinvolgendo un pubblico ampio e offrendo un messaggio di dialogo tra religioni e popoli, di integrazione e di pace, Viviana Kasam, presidente di BrainCircleItalia con Marilena Francese, presidente dell’Associazione Musadoc, hanno curato cinque concerti, dedicati alla musica scritta e suonata nei campi di concentramento.
Dal 2018 abbiamo deciso di diversificare le proposte per il Giorno della Memoria, proponendo il Processo. A 80 anni dalla firma delle leggi “per la difesa della razza” e tre appuntamenti sul negazionismo a Lugano, Milano e Roma.